All’inammissibilità dell’istanza di messa alla prova non segue automaticamente l’inammissibilità dell’opposizione.

Con provvedimento del 10.10.2019 il GIP del Tribunale di Milano ha dichiarato l’inammissibilità dell’opposizione ad un decreto penale, per non essere l’opposizione corredata dalla documentazione necessaria ai fini dell’ammissione di messa alla prova, e ha, contestualmente, dichiarato esecutivo il decreto penale opposto.

Avverso detto provvedimento ha proposto ricorso per cassazione il difensore dell’imputato, dal momento che il GIP aveva omesso di esaminare le altre questioni giuridiche sollevate con atto di opposizione, ed in particolare, di non aver considerato la sua intenzione, ovvero quella di aver espresso chiaramente la volontà di opporsi al decreto penale di condanna.

La Cassazione Penale, sez. IV Penale, con sentenza n. 28136/20, ha dichiarato il ricorso fondato, ritenendo abnorme il provvedimento impugnato.

E’ pacifico in giurisprudenza che all’inammissibilità dell’istanza di messa alla prova presentata in sede di opposizione a decreto penale di condanna non possa seguire, tout court, l’inammissibilità dell’opposizione a decreto penale, e ciò in quanto l'inammissibilità della prima non determina quella della seconda.

Invero, il decreto penale di condanna, una volta fatto oggetto di opposizione, perde la sua natura di condanna anticipata e produce unicamente l’effetto di introdurre un giudizio (immediato, abbreviato o patteggiamento) del tutto autonomo. 

Ne consegue che il mancato accoglimento della richiesta di messa alla prova, ma così anche nel caso di mancato accoglimento della richiesta concordata di applicazione della pena in sede di opposizione a decreto penale, impone la revoca ex nunc del decreto penale di condanna e l’emissione, in caso di assenza di richiesta di ulteriori riti alternativi, di decreto di giudizio immediato ex art. 646 c.p.p..