IL CASO. Un ciclista conveniva in giudizio il conducente e proprietario di un motociclo, che lo aveva tamponato, nonché la compagnia assicuratrice di quest’ultimo, per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a seguito di un sinistro stradale.

LA DECISIONE. Con la sentenza n. 569 del 3 agosto 2021, il Tribunale di Ascoli Piceno ha rigettato la domanda di risarcimento proposta dall’attore, ritenendo non provata la responsabilità esclusiva del convenuto nella causazione del sinistro.

In particolare, il Tribunale ha ritenuto che l’attore non avesse adempiuto all’onere probatorio di cui era onerato circa la dinamica del sinistro, non avendo né dimostrato di aver rispettato le comuni regole di circolazione stradale e quelle specifiche che il Codice della Strada pone a suo carico (nello specifico, l’art. 154, comma 1), né che fosse stato il conducente del motociclo a provocare l’incidente, violando una precisa regola del suddetto Codice.

Infatti, sulla base della prova testimoniale assunta nel corso dell’istruttoria, il Tribunale ha affermato che non era emersa la prova che il ciclista avesse rispettato quanto previsto dall’art. 154, comma 1 del Codice della Strada, e cioè che avesse indicato la manovra di svolta con il braccio, prima di spostarsi verso il centro della carreggiata.

Il Giudice di primo grado ha, quindi, concluso che la manovra di svolta del ciclista era stata repentina e non conforme a quanto previsto dal Codice della Strada, rendendo impossibile per il motociclista evitare l’urto, nonostante questi si fosse attenuto alle norme della circolazione stradale.

Il Tribunale, pertanto, non ha riconosciuto alcuna responsabilità del motociclista nella causazione del sinistro.