Dalle Sezioni Unite alla legge Gelli: la claims made dall’atipicità alla tipizzazione

Dalle Sezioni Unite alla legge Gelli: la claims made dall’atipicità alla tipizzazione
30 Ottobre 2017: Dalle Sezioni Unite alla legge Gelli: la claims made dall’atipicità alla tipizzazione 30 Ottobre 2017

nota a sentenza di Giampaolo Miotto pubblicata in Responsabilità civile e previdenza 2017, 1390 e segg.

Intervenendo sul dibattuto problema della validità delle clausole claims made, con la sentenza n. 9140/2016, le Sezioni Unite hanno sostenuto trattarsi di clausole atipiche (mentre tali non sarebbero i contratti che le prevedano), affermando che potrebbero ritenersi valide quelle cd. pure, mentre quelle cd. impure dovrebbero esser assoggettate alla valutazione di meritevolezza prevista dall’art. 1322 c.c..

In caso di giudizio negativo, tali clausole potrebbero esser sostituite con lo “schema legale” (loss occurrence) del contratto di assicurazione della responsabilità civile previsto dall’art. 1917 c.c, facendo ricorso ad improprio utilizzo delle disposizioni in tema di nullità parziale del contratto (art. 1419 c.c.).

Tuttavia questa tesi, oltre a non essere adeguatamente argomentata, prestava il fianco a numerose e gravi critiche.

Essa inoltre ha dato luogo ad una giurisprudenza di merito contraddittoria ed ispirata a criteri di valutazione arbitrari.

Inoltre, pochi mesi dopo la pronuncia delle Sezioni Unite, il legislatore ha varato nuove norme in materia di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile degli avvocati (d.m. 22.9.2016) e delle strutture e degli operatori sanitari (cd. legge Gelli), che prevedono rispettivamente una copertura claims made pura ed una impura, modificando in modo sostanziale lo scenario normativo.

Pertanto, la tesi prospettata dalle Sezioni Unite non è più sostenibile ed occorre prendere atto che né il contratto che contenga una claims made, né le varie tipologie di quest’ultima possono più considerarsi atipiche e legittimare una modificazione del contenuto del contratto a seguito di una valutazione di “meritevolezza” che non è più legittima (se mai lo è stata).  

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